APATANI

 

 

Gli Apatani sono un gruppo tribale che vive nel distretto del basso Subansiri che fa parte dello stato indiano dell’Arunachal Pradesh.

Il gruppo, che conta circa 25.000 unità, appartiene al ceppo Tibeto-birmano.

Gli Apatani, talvolta indicati con il nome di Tani o Apa Tani, sono identificati dai popoli delle pianure come i Sardarjis dell’Arunachal Pradesh. Questo accostamento agli Sikhis, noti come Sardarjis, è dovuto al caratteristico modo di acconciare i capelli da parte degli uomini. Li lasciano crescere molto lunghi per poi annodarli sulla fronte.

 

 

La parola Apatani con tutta probabilità deriva da Abotani, colui che la religione dei seguaci di Donyi Polo  considera il primo uomo. Oltre alla divinità suprema gli Apotani credono in una schiera di spiriti che posso essere benigni (Arki, Aro, Mindu, Kordu, Tugru, Higru, Dulu, Potu) oppure apportatori di disgrazie e miserie come per esempio Ui Tado Nago Proprio per  placare gli spiriti maligni vengono officiati dei riti quali il sacrificio di animali (galline, maiali, vacche) da parte di celebranti chiamati Aaiha Galang e Lile Puioh.

Per quanto riguarda la loro origine storica bisogna rifarsi alla loro tradizione orale. Purtroppo non c’è alcuna traccia scritta del loro passato. Gli antropologi sono abbastanza d’accordo sul considerare la loro origine nel alto Subansiri e la zona di Siang e che siano pervenuti all’attuale locazione con delle migrazioni seguendo i fiumi Kurung e Kiimey.

La loro tradizione orale è di due tipologie; i Miji e i Migung.

I Miji sono dei canti religiosi eseguiti dai Aaiha Galang duranti i riti dei sacrifici che possono durare fino a dodici ore e che spiegano le origini mitologiche. I Migung sono invece dei racconti in prosa.

La società apatana è patriarcale, patrilineare e patrilocale.

La società è divisa in due classi i Gyuchii e i Gyutti; ogni classe è a sua volta divisa in molti clan.

Viene praticata l’endogamia di classe ma l’esogamia di tribù. Negli ultimi anni, con l’avvento delle nuove generazioni, molte di queste norme non scritte sono saltate.

Gli Apatami sono monogami ma è permessa la poligamia nei casi in cui la donna sia sterile oppure se il benessere economico dell’uomo glielo consente o con il consenso della prima moglie.

Il matrimonio può essere essenzialmente di tre tipi; per negoziazione, per fuga (degli sposi), per cattura (della sposa da parte del parentado dello sposo).

Nel matrimonio per negoziazione i parenti dello sposo fanno delle divinazioni con il fegato di una gallina. Se il responso è favorevole si recano alla casa della sposa per comunicare l’esito della divinazione. I parenti della sposa fanno a loro volta una divinazione sempre con il fegato di una gallina è se anche questo esito è favorevole il matrimonio si farà.

Il giorno fissato per le nozze, quando il mangiare ed il bere per i festeggiamenti sono pronti, i parenti della sposa vanno a chiamare lo sposo. Lo sposo si presenta con una spada, detta Chin, come dono. Il momento della consegna della spada sancisce la legalità del matrimonio. La sposa ricambia il dono con un pezzo di stoffa. Il rito finisce con lo scambio di altri doni; i parenti dello sposo portano un giovane mithun (bos frontalis) mentre la parte della sposa porta in dono fino a 100 cesti di riso.

Nella società degli Apatani la posizione sociale dell’uomo è considerata superiore a quella della donna anche se poi nella pratica quotidiana i compiti e le responsabilità sono equamente suddivise.

Grazie alle loro capacità imprenditoriali  e al relativo benessere economico hanno introdotto un sistema di schiavitù. Le famiglie comprano dalle altre tribù ma anche dalla loro stessa tribù dei bambini da utilizzare come schiavi.

Questi bambini che vengono nutriti come fossero i propri figli riottenono la libertà alla maggior età. Se uno schiavo non si comporta bene viene venduto ad un altro padrone.

Le donne si riconoscono subito dai caratteristi tappi di bambù inseriti sulle narici. Inoltre hanno dei evidenti tatuaggi sul volto. Le donne più giovani hanno abbandonato queste tradizioni. Tutte portano delle collane solitamente di perline color azzurro.

Gli uomini indossano dei bellissimi anelli di bambù chiamati Tarin.

 

 

 

Singolare è il concetto che gli Apatani hanno di villaggio. Ci sono sette villaggi; Hari, Bulla, Hija, Dutta, Mudang-Tage, Michi-Bammin e Hong. Ogni villaggio prende il nome da un discendente di Pikun Pibo che discende direttamente dal dio Abotani come illustrato nel sottostante schema, (fonte: Nani Bath e Radhe Yampi). Ogni nuovo agglomerato di case, seppur grande e distante da qualsiasi altro villaggio non ottiene lo status di nuovo villaggio ma continua a far parte di uno di quelli esistenti. Infatti in questi nuovi agglomerati non vengono costruiti i Lapang e Nago, ossia i luoghi dove si celebrano le festività comunitarie del villaggio. Il Lapang è una piattaforma situata al centro del villaggio dove vengono sacrificati gli animali durante le festività ma ha anche il valore identificativo del villaggio. Così durante queste festività gli abitanti dei nuovi agglomerati si recano nel villaggio di appartenenza. In questi nuovi agglomerati vengono costruiti dei piccoli Lapang solo per i riti all’interno della famiglia.

 

 

 

 

 

 

Le principali feste dei Apatani sono: la festività Dri, quella del Morom e la celebrazione Ropi.

La festività Dri è celebrata verso giugno/luglio ed è di buon augurio per un buon raccolto di riso.

Il Moron che viene celebrato in gennaio/febbraio dovrebbe favorire il benessere e la prosperità della comunità.

La celebrazione Ropi oramai non si fa più ed è la celebrazione di una vittoria di guerra. In tempi passati dopo l’uccisione di un nemico nelle frequenti guerre tribali veniva portata al villaggio a mo di trofeo la mano sinistra della vittima. Con la celebrazione del Ropi si pensava di riuscire a placare lo spirito del morto ed evitare la sua vendetta.

Durante queste festività molte sono le danze che vengono eseguite. Per esempio Amvala (durante il Dri) o Taktamo (durante il Morom) oltre a Daminda e Pakhu Ittu che rimangono tra le più popolari.

 

Per gli Apatani il bambù (varietà Phyllostachys bambusoides) è molto importante. Le loro abitazioni sono costruite interamente in bambù e legno di pino.

 

 

Le case nel villaggio sono addossate una all’altra e le strade che le dividono talvolta sono dei piccoli viottoli. Anche le case degli Apatani, come molte altre tribù dell’Arunachal Pradesh sono costruite su palafitte anche se qui non sono così elevate. A una piccola prima stanza che funge da entrata segue l’ambiente dove la famiglia vive e dove è sistemato il focolare domestico. Su un lato sono sistemate le stanza da letto mentre in fondo c’è un piccolo balcone,